Estratto dal periodico “Eco d'arte Moderna” n. 118 del 1998

 

Paolo Vannini: libertà poetica d'espressione

            Generalmente non si assegnerebbe alla pittura di paesaggio (e di nature morte) la definizione di pittura colta, ma nel caso di Paolo Vannini ci sembra pertinente e ci aiuta a inquadrare un'esperienza che appare educata ed informata sul filo di significative lezioni storiche (come si rileva dalla sua biografia e antologia critica nei riferimenti a Staude a Cézanne) il cui bagaglio è indubbiamente partecipe di quella sicurezza e virtuosità che danno struttura alla sue opere. Ma il valore di questa esperienza sta poi nell'aver salvato, dal mero esercizio di una buona pittura, l'autenticità del proprio individuale punto di osservazione sulla natura e sulle cose, che è poi libertà poetica d'espressione. Vannini ci svela la sua non solo e non tanto nella qualità materica e atmosferica del tessuto pittorico,

nelle luci avvolgenti e persino arcane, nelle forme che prendono morbidamente corpo e poi si sfaldano, quanto e soprattutto nel conservare alla lettura dell'immagine quell'intervallo imponderabile tra la realtà della visione e la sua percezione intimistica che talvolta si tramuta in accento surreale ma è principalmente la capacità di cogliere il contenuto magico della realtà, quella sospensione che intitola “Due presenze enigmatiche” alberi a primavera o “La ballerina” alberi a Ponte a Mensola o, ancora, “Sinfonia del silenzio” un'alba.

  Via Antonio D'orso, 3 - 503135 -Firenze
  +39 055 607454
  +39 339 2532306
  vannini40@gmail.com

Seguimi sui miei social network...

         

 

Accedi

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me